lunedì 23 aprile 2012

Le rose del Barça


La novità di San Jordi 2012. Da diariogol.com



Anche quest'anno a Barcellona si festeggia Sant Jordi: le Ramblas sono un tripudio di bancarelle di fiori, ma la tradizionale rosa rossa è stata soppiantata da una appositamente dipinta di blu che ricorda i colori della squadra di calcio più famosa: il Barça.
Per festeggiare insieme ai suoi tifosi il patrono della Catalogna, la squadra ha anche distribuito 25mila rose con un nastrino a strisce rosse e blu alle signore accorse al Camp Nou.


domenica 22 aprile 2012

San Giorgio in Germania

San Giorgio è patrono di numerose nazioni tra cui la Germania. A Magonza, secondo le testimonianze di Venanzio Fortunato, il quale in cinque distici celebra le gesta del martire orientale, gli era stata dedicata una basilica a metà del secolo VI ed a Bamberga Enrico II fondò una chiesa in suo onore. Per quanto riguarda la celebrazione liturgica in Germania, il sinodo provinciale di Colonia del 1308 elencava la festa di San Giorgio tra quelle di precetto.
In Germania sono a lui dedicate molte acque ritenute miracolose e sono stati posti sotto la sua protezione gli appartenenti all'Ordine teutonico. 

martedì 17 aprile 2012

San Giorgio in Spagna

Bernat Martorell, San Giorgio uccide il drago, 1434-35

A differenza della maggior parte del territorio spagnolo, la Catalogna e l'Aragona sono molto legate alla figura di San Giorgio (Sant Jordi, in lingua catalana), infatti già nel XV secolo si considera patrono dell'area, come indicato nel documento emanato dalla Generalitat de Catalunya.

Secondo alcune leggende, il santo sarebbe intervenuto varie volte a favore dei catalani e degli aragonesi durante alcune sanguinose battaglie, specialmente quelle contro i musulmani e diventa il patrono della Corona Aragonese e del Portogallo in contrapposizione a San Giacomo matamoros, che a quell'epoca era considerato simbolo della lotta contro l'Islam.

La leggenda di Alcoraz

Nella battaglia di Alcoraz, svoltasi nel 1096 vicino ad Osca, Sancio I d'Aragona e Pamplona (in catalano Sanç I d'Aragó i Pamplona) assedia la città dal suo accampamento in prossimità del castello di Montearagón; nel frattempo, gli abitanti chiedono aiuto alla città di Saragozza.
Secondo la leggenda, San Giorgio appare sul campo di battaglia a fianco del re Pietro I d'Aragona (in catalano Pere I d'Aragó) e il re Sancio muore vicino alle mura di Osca.

La liberazione di Alicante

La liberazione di Alicante (Alcoi in catalano) durante la primavera del 1276 e la conseguente vittoria sui musulmani il 23 aprile, crea la leggenda di Sant Jordi Matamoros. Secondo la leggenda, diffusa nell'area meridionale della Comunità Valenciana, il santo avrebbe aiutato i cristiani durante un'imboscata, mentre seconda la versione di Alicante sarebbe apparso sulle mura mentre Al-Azraq stava assediando la città, dopo che Ramon Torregrossa avrebbe chiesto il suo intervento.

Da punto di vista storico, emergono alcune discrepanze: nella Cronica del re Giacomo I, la morte di Al-Azraq non viene menzionata, ma la Segona part de la història de València del teologo Pere Antoni Beuter parla di Torregrossa e l'attacco musulmano ad Alicante sarebbe del 1304 e Al-Azraq sarebbe morto il 5 maggio. Questo evento viene ricordato della festa di Moros y cristianos.


La presa di Maiorca

La letteratura popolare in lingua catalana presenta molte leggende legate alla figura di Jaime I. In una di queste si racconta che una notte un pipistrello andò a sbattere contro un tamburo, svegliando così le truppe del re appena prima di essere attaccate dai nemici arabi, salvandosi la vita. Secondo il sovrano stesso, i saraceni riferirono di aver visto entrare nella città un cavaliere in sella ad un cavallo bianco: questo personaggio sarebbe stato proprio San Giorgio.

La battaglia di Puig

Marzal de Sas, La battaglia del Puig,
1410-12,  tempera su tavola,
Victoria and Albert Museum, Londra.

A partire dal Quattrocento, in Aragona si diffonde la leggenda della protezione di San Giorgio sulla Corona aragonese. Durante la Battaglia di Puig, il Re Jaime I e alcuni nobili e cavalieri vedono il santo  "en un monte que ahora se llama Santa María del Puig, y contra ellos viniese toda la morisma, en la gran batalla se que se entabló entre ellos, se apareció San Jorge con muchos caballeros del paraíso que ayudaron a vencer en la batalla en la que no murió cristiano alguno".

sabato 7 aprile 2012

Le leggende su San Giorgio

Paolo Uccello, San Giorgio e il drago,
1470, National Gallery, Londra.


La maggior parte delle informazioni su San Giorgio giunte fino ai giorni nostri sono legate alla leggenda che lo lega al drago, ma esistono anche delle varianti locali: vediamole insieme.

Legenda aurea

In una città della Libia vi era uno stagno tanto vasto da ospitare un drago, il quale col suo fiato poteva uccidere tutte le persone che incontrava; per placarlo, la popolazione locale inviava ogni giorno due pecore, ma quando gli ovini cominciarono a scarseggiare, gli mandarono una pecora ed un giovane scelto a sorte.
Un giorno fu estratta la figlia del re e il padre offrì il suo patrimonio a metà del regno, ma dopo otto giorni di ribellione da parte dgeli abitanti, il sovrano fu costretto a cedere e la principessa si avviò verso lo stagno.
In quel momento passò di lì il cavaliere Giorgio, che tranquillizzò la giovane e promise di intervenire per evitarle la morte. Non appena il drago emerse dalle acque, il cavaliere lo trafisse con la sua lancia e chiese alla principessa di avvolgere la sua cintura al collo del mostro, che inizò a seguirla docile come un cagnolino. Non appena arrivata in città, gli abitanti osservavano atterriti la scena, ma il santo li tranquillizzò dicendo di non aver timore perché Dio lo aveva mandato per liberarli dal drago e se avessero abbracciato la fede in Cristo, avrebbero ricevuto il battesimo e il mostro sarebbe stato ucciso. Allora il re e la popolazione si convertirono e il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi.

Varianti

In Brianza esiste una variante al racconto precedente, contenuta nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolanii. Secondo la leggenda, la gente della zona offriva al mostro i giovani dei villaggi, che venivano estratti a sorte. Quando fu estratta la principessa Cleodolinda di Morchiuso, che fu legata ad una pianta di sambuco, San Giorgio riuscì ad ammansire la bestia dandole da mangiare dei petali di fiori di sambuco. Successivamente il drago fu decapitato e la testa rotolò nel lago di Pusiano. La tradizione vuole che ancora oggi, tutti gli anni,  il giorno di San Giorgio, in Brianza si preparano i Pan meitt de San Giorg, dolci di farina gialla e bianca, latte, burro e fiori essiccati di sambuco.

Nella variante di Sant'Efflem, San Giorgio fu un principe che, per proteggere i sudditi, decise di uccidere il drago che imperversava sul suo regno chiedendo aiuto ad Efflem, sacerdote della città.
Quando fu il momento di entrare nella tana del drago, il principe fu colto dal panico. Efflem rassicurò il principe, lo esortò a non avere paura in quanto, essendo sotto la protezione di Dio, non avrebbe avuto problemi a sconfiggere il drago. Ma il principe rimase raggelato dalla paura. Il sacerdote prese tutto il coraggio che aveva ed entrò nella tana e, giunto dinnanzi al drago, si fece il segno della croce. Il drago fuggì terrorizzato, arrivo sulle rive dell’oceano e vomitò sangue. Tutto ciò a testimonianza che a volte è più forte la fede interiore della spada.

In Catalogna, invece, si dice che il Paese di Montblanc era minacciato da un drago e che la popolazione per calmarlo gli offriva delle persone. Quando fu scelta la principessa, San Giorgio la salvò trafiggendo il mostro con la sua lancia e dal sangue dell'animale comparvero delle rose rosse.

mercoledì 4 aprile 2012

La storia di San Giorgio

San Giorgio visse nel III secolo e morì prima di Costantino I, secondo alcune fonti nel 303. Il suo culto risale al IV secolo ed è venerato come santo e martire in quasi tutte le chiese cristiane che ammettono il culto dei santi.
Non possediamo notizie certe sulla sua esistenza: secondo la Passio Georgii (che il Decretum Gelasianum definisce apocrifa) era originario della Cappadocia, odierna Turchia, e nacque verso l'anno 280. I genitori lo educarono alla religione cristiana fino al momento in cui entrò nel servizio militare.
Trasferitosi in Palestina si arruolò nell'esercito dell'imperatore Diocleziano e il martirio sarebbe avvenuto sotto Diocleziano stesso, il quale aveva convocato una serie di re per decidere che misure prendere contro i cristiani. Giorgio dona ai poveri tutti i suoi beni e davanti alla corte si professa cristiano: all'invito dell'imperatore di sacrificare i suoi averi agli dei si rifiuta ed inizia così il suo martirio e la sua leggenda.